Assaggiato per la prima volta in Andalusia tornando da una visita a Las Cuevas (grotte) de Nerja situate qualche chilometro a nord di Malaga in una piccola trattoria gestita da due ragazzetti che avevano adottato, come animale domestico, un grosso topo di campagna; inutile sottolineare che mia moglie, una volta accortasi della cosa, abbia mangiato con i piedi sollevati sulla sedia di fronte.
In una capiente terrina metto, tutto assieme e tagliato a pezzi, una cipolla, un peperone privalo dei semini e delle parti bianche, un cetriolo spellato, due spicchi di aglio, cinque bei pomodori maturi e 50/60 grammi di pane raffermo bagnato e strizzato.
Condisco con olio extra vergine di oliva (chi ha detto che l'olio spagnolo non è buono come il nostro?), aceto, sale e pepe.
Passo il tutto nel frullatore e metto nel frigorifero.
Servo freddissimo in ciotola e completo con qualche tondino di cetriolo.